I giorni della merla

Il 29-30-31 gennaio sono da sempre considerati i giorni più freddi dell’anno e ancora oggi sono considerati indicatori per il meteo del periodo successivo. Sono i 3 giorni della merla!

Come spesso accade per i racconti del folklore e dalle tradizioni popolari, dietro a proverbi e a modi di dire tramandati per secoli, o addirittura millenni, si nascondono antiche tradizioni alla base della nostra cultura europea che spesso portano in sé  anche un fondo di verità.

In questa parte finale del mese di gennaio, entriamo quindi nei Giorni della Merla che per tradizione, rurale ma prima ancora pagana, sono i giorni più freddi dell’anno.

O per meglio dire, in base al livello di freddo raggiunto in questi ultimi giorni di gennaio, la tradizione vuole che si può avere un’idea ben precisa di quanto ancora durerà l’inverno prima di concedere il passo alla primavera.

Antichità

Le leggende collegate a questo modo di dire sono in realtà molteplici e di varie origini. Di certo una delle più note e maggiormente diffuse, circa duemila anni fa, era chiaramente di origine greco-latina, quindi collegata alle divinità ed alla mitologia del tempo.

O per meglio dire, in base al livello di freddo raggiunto in questi ultimi giorni di gennaio, la tradizione vuole che si può avere un’idea ben precisa di quanto ancora durerà l’inverno prima di concedere il passo alla primavera.

 Un mondo, quello classico, in cui gli uccelli avevano un ruolo spesso importante perché considerati de veri e propri emissari delle varie divinità di un pantheon tanto ampio e variegato. E così troviamo questa simpatica creatura, la Merla appunto, che viene inviata dalla Dea Persefone, la regina dell’Ade (l’Inferno per gli antichi Greci) alla madre Demetra per annunciarle il suo arrivo presso di lei. Quindi, se il sopraggiungere della divinità era imminente, i tre giorni della merla sarebbero stati tremendamente freddi, preannunciando quindi un inverno in fase conclusiva che ben presto avrebbe lasciato il posto alla primavera. Se altrimenti l’arrivo della dea presso la madre era ancora lontano dal sopraggiungere, ecco che i tre giorni della merla sarebbero stati miti, segno che l’inverno sarebbe durato ancora a lungo.

Epoche successive

Questo mito, come tanti altri altri dell’epoca classica, verrà poi superato con il subentro della cultura cristiana, ma rimarrà sostanzialmente in vita fino ai giorni nostri e lo ritroviamo facilmente in tante leggende e luoghi di tutta Europa. Nel rinascimento troviamo quindi questo gigante di nome Gennaio, che rappresenta l’Appenino e l’inverno stesso, infastidito dal canto acceso della merla, precursore della primavera alle porte, oltre che dal suo splendido piumaggio bianco. Decide di ingannarla e chiedere in prestito tre giorni al mese di Febbraio, prolungando il freddo invernale.

La povera merla, estenuata dalle persecuzioni di Gennaio, si rifugiò in un comignolo per tre lunghi giorni, uscendone completamente sporca e nera di fuliggine e così sarebbe rimasta per sempre.

L’ultima testimonianza reale e diretta è sostanzialmente quella legata al mondo rurale e alle sue antichissime tradizioni che attingono a piene mani da questo enorme crogiolo, antico e pieno di sapienza.

Quale che sia la variante di questa storia, di origini antichissime e perduta ormai nelle pieghe del tempo e delle tradizioni dei popoli, quando la udiamo nelle fredde giornate invernali, non possiamo non pensare che, come i nostri nonni ci insegnavano, il suo dirompente canto, squillante e beffardo, sia giunto per ricordarci che l’inverno è ormai giunto alla fine del suo cammino… 

o forse no, forse è ancora ben lungi dal terminare!?!

Solo i tre giorni della merla potranno dircelo…!